Cemitério incaico
Cerro Aconcágua
Il parco possiede anche una relativa importanza storica e archeologica. Nel 1982 una squadra del Club Andinista de Mendoza comandata da Gabriel Cabrera e accompagnati dai fratelli Fernando e Juan Pierobon e da Franco e Alberto Pizzolon, tentando di finire la strada incompiuta del filone sud, trovó a 5200 metri una mummia incaica di circa 500 anni fa. Un mese dopo la scoperta, un’altro gruppo di scalatori partì per portarsi dietro la mummia.
Quando arrivarono al posto trovarono il vertice di una Piramide. Più avanti -50 metri- trovarono un’altra parete che doveva significare un ostacolo insormontabile per gli “indios”, che vietava la salita.
Durate giorni di lavoro scoprirono grossi muri con forma di
semicerchio, rovinati, e un cerchio di pietre di un metro di diametro. Nella zona protetta da uno di questi muri si trovava seminterrato un sacco funerario che conteneva il corpo piegato di un bambino di circa sette anni.
Era avvolto da numerosi tessuti, e da un manto con piume gialle e nere, probabilmente di pappagallo, che facevano parte di una corona. Il cranio era rotto dall’erosione dovuta all’intemperie. All’interno il cervello era colassato dalla disidratazione.
Dopo parecchie ore di lavoro, il sacco fu ritirato dalla terra gelata. Mentre un gruppo di archeologi si occupava dell’imballaggio e preparazione per la discesa, un altro gruppo continuava gli scavi cercando di arrivare lateralmente alla costruzione di pietra. Ebbero la fortuna di trovarne all’interno un gruppo di sei piccole statue. Questo aveva senza dubbio un’importanza simbolica e un legame con altri posti archeologici di alta montagna dove sono state trovate queste stesse statue. Il prelievo e l’esame di questa inaspettata scoperta significò il culmine della spedizione.
Finiti gli scavi trovarono anche un paio di sandali di fibre vegetali, due borse dello stesso materiale, una delle quali conteneva elementi vegetali che secondo analisi posteriori, si trattava di fagioli cotti. Rimase chiaro che si trattava di un alimento simbolico per l’aldilà. Gli archeologi tornarono il 31 gennaio e la ricerca fu continuata dall’Universidad Nacional de Cuyo, nel cui Museo Archeologico si conserva tuttora il sacco funerario.